L’emergenza siccità che sta affliggendo l’Italia ha un impatto significativo sull’agricoltura, l’approvvigionamento idrico e l’ecosistema in generale.
La situazione è così critica che la Sicilia si sta avviando verso il secondo stato di calamità consecutivo nel giro di due mesi. In Piemonte i corsi d’acqua registrano portate del 50% rispetto alla media. Nel frattempo, il Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale ha vietato l’utilizzo irriguo dell’acqua per preservare la risorsa a scopo potabile.
La siccità in Sicilia
La Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo, sta affrontando una grave crisi idrica. Questa situazione è il risultato di una combinazione di fattori naturali e antropici che hanno portato a una riduzione critica delle riserve idriche.
La mancanza di precipitazioni durante l’inverno ha comportato un importante calo della riserva d’acqua: le dighe sono carenti e gli invasi sono quasi completamente vuoti. A gennaio, la Regione Sicilia ha dichiarato la crisi idrica in 39 comuni, tra cui Palermo, Agrigento e Caltanissetta. Il razionamento dell’acqua è stato necessario per affrontare l’emergenza.
Nonostante alcune recenti perturbazioni, infatti, la siccità persiste, con riserve idriche negli invasi inferiori del 13% rispetto all’anno precedente. La situazione è così grave che già a novembre 2023, la Giunta regionale della Regione Siciliana aveva dichiarato lo stato di calamità per i danni alle produzioni agricole causati dalle ondate di calore, dagli incendi nel mese di luglio e dalla siccità nei mesi di settembre e ottobre.
Secondo gli esperti, le precipitazioni in Sicilia nell’ottobre 2023 sono state le più scarse degli ultimi 100 anni. Questo ha avuto un impatto negativo sui sistemi colturali e zootecnici. Nel 2001, durante la più grave siccità degli ultimi 25 anni, il settore zootecnico subì danni significativi. Nel recente passato, valori così bassi di SPI (Indice di Siccità Standardizzato) a 3 mesi sono stati raggiunti solo nel 2001. Le colture hanno sofferto, e la produzione primaverile è stata danneggiata dagli eccessi di precipitazione nei mesi di maggio e giugno.
La siccità in Sicilia sta avendo un impatto significativo sull’agricoltura, la vita quotidiana e l’ambiente. È fondamentale adottare misure di conservazione dell’acqua, promuovere pratiche agricole sostenibili e sviluppare soluzioni a lungo termine per affrontare questa crisi.
La crisi idrica in Piemonte
Anche nel Nord Italia la crisi idrica assume proporzioni talvolta preoccupanti. In Piemonte il gennaio appena trascorso si posiziona al quinto posto tra i più caldi negli ultimi 70 anni: 3 gradi di media e zero termico intorno ai tremila metri. Inverni sempre meno freddi e poco piovosi rappresentano una minaccia sempre più concreta per le riserve idriche piemontesi, soprattutto in alta montagna.
L’ultimo allarme lanciato poche settimane fa: “in montagna manca l’80% della neve” avevano detto gli agricoltori. E oggi i corsi d’acqua sono a secco: “Siamo a metà inverno con una risorsa idrica molto deficitaria e questo ha determinato delle portate dei corsi d’acqua che sono purtroppo circa il 50% di quelle medie storiche” spiega Secondo Barbero, direttore di Arpa Piemonte. A soffrire è tutto il Piemonte, ma cuneese, valsesia e biellese sono i territori più in difficoltà.
La carenza d’acqua in Sardegna
Anche in Sardegna l’assenza di precipitazioni in inverno ha condotto a una riduzione drastica delle riserve idriche. Le dighe sono carenti di acqua, e gli invasi sono quasi completamente vuoti. A gennaio, la Regione Sardegna ha dichiarato la crisi idrica in alcune aree.
Per far fronte alla situazione, il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale ha vietato l’utilizzo dell’acqua ad uso irriguo in tutti e tre i sub comprensori di sua competenza. Questa decisione è stata presa per salvaguardare le scorte rimaste. Inoltre, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) ha evidenziato la gravità della situazione negli invasi. Alcuni bacini sono ai minimi da 25 anni, e in alcune zone è stata vietata l’irrigazione per garantire l’uso potabile. L’ottimizzazione dell’uso della risorsa idrica attraverso l’efficientamento della rete idraulica e nuove infrastrutture per trattenere più acqua sul territorio sono soluzioni necessarie per affrontare questa crisi.
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