Nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) per l’ortofrutta in Emilia-Romagna, è stato avviato a gennaio di quest’anno un progetto di ricerca e sviluppo di fondamentale importanza. Questo ambizioso progetto mira a indagare l’influenza della gestione idrica sulla sindrome della moria del kiwi, una sfida che sta mettendo alla prova gli agricoltori e gli studiosi del settore.
Obiettivi del progetto
Il cuore del progetto è rappresentato dalla ricerca delle migliori soluzioni per l’utilizzo delle risorse idriche e nutrizionali in relazione alle esigenze fenologiche della coltura di actinidia, nota anche come kiwi.
L’obiettivo è migliorare la sostenibilità degli agroecosistemi e affrontare con determinazione l’emergenza legata a questa sindrome, che mette a rischio la produzione italiana di actinidia.
La sindrome della moria del kiwi
La sindrome della moria del kiwi è un “misterioso” fenomeno che ha colpito le coltivazioni di actinidia, in particolare in Italia. Questo disturbo si manifesta con l’appassimento delle foglie, un calo drastico o totale della produzione e, in alcuni casi, può portare alla morte della pianta. Un aspetto particolarmente preoccupante è che i sintomi iniziano a comparire durante i picchi di calore estivo, che negli ultimi anni sono diventati sempre più intensi, mettendo ulteriormente in difficoltà gli agricoltori.
La collaborazione multidisciplinare
Per affrontare questa sfida, l’Associazione di Organizzazioni di Produttori ELLE ESSE AOP, ha messo in atto un progetto di ricerca che coinvolge diversi partner chiave. Tra questi, il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che si occupa di valutare lo stato di salute delle piante attraverso prove sperimentali in campo e in laboratorio.
Allo stesso modo, il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea degli Studi di Reggio Calabria fornisce un supporto scientifico e pratico per l’esecuzione dei trattamenti sperimentali e per valutare la risposta produttiva delle colture soggette a sperimentazione.
Il nostro ruolo: Centrale Valutativa e TETHYS
Un aspetto fondamentale del progetto è l’integrazione di tecnologie avanzate, tra cui l’osservazione satellitare, per monitorare lo stato delle coltivazioni. In questo contesto, noi di Centrale Valutativa e il nostro applicativo TETHYS svolgiamo un ruolo cruciale.
La nostra tecnologia valuta la variazione dello stato di salute delle piante, analizzando una vasta gamma di indici vegetazionali e biofisici calcolati da immagini satellitari. Il nostro approccio offre una panoramica completa delle attività vegetative, dell’evapotraspirazione e del fabbisogno irriguo delle colture, consentendo una visione d’insieme e un dettaglio spaziale delle condizioni dei campi agricoli.
Ciò è di estrema importanza poiché forniamo informazioni tempestive che possono anticipare l’osservazione diretta e migliorare la gestione delle risorse.
Focus sull’irrigazione
Uno degli aspetti su cui il progetto pone particolare attenzione è la pratica dell’irrigazione. Si ritiene che una gestione accurata del calendario e della portata delle irrigazioni sia cruciale per contrastare l’insorgere della sindrome della moria del kiwi. La corretta fornitura d’acqua è essenziale per garantire che le piante ricevano la quantità di umidità necessaria per sopportare i picchi di calore estivo.
Un passo avanti nella ricerca sul kiwi
Il Progetto Moria del Kiwi rappresenta un importante passo avanti nella ricerca agricola e nell’innovazione. L’approccio multidisciplinare e l’integrazione delle tecnologie avanzate, come l’osservazione satellitare, promettono di migliorare la comprensione della fisiologia delle piante di kiwi e di fornire risposte efficaci per le aziende agricole, sia nel breve che nel lungo periodo. Inoltre, l’attenzione specifica all’irrigazione è fondamentale per la sostenibilità delle coltivazioni.
Questo progetto dimostra come la collaborazione tra istituzioni accademiche, organizzazioni di produttori e tecnologie all’avanguardia possa aprire nuove strade per affrontare le sfide agricole contemporanee e preservare la salute delle colture di kiwi. La speranza è che queste ricerche portino a soluzioni concrete per gli agricoltori e contribuiscano alla salvaguardia di questa preziosa risorsa alimentare.
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