Lanciato lo scorso anno, il progetto di ricerca sulla moria del kiwi nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato (OCM) per l’ortofrutta in Emilia-Romagna ha catturato l’interesse degli addetti di settore.
Questa ambiziosa iniziativa, di cui vi avevamo parlato qui, è focalizzata sull‘analisi approfondita dell’effetto della gestione idrica sulla sindrome della moria del kiwi, una problematica di cruciale rilevanza per gli agricoltori e gli addetti di settore, sempre più alle prese con una situazione complessa e in continua evoluzione.
Il progetto OCM moria del kiwi
Al centro del progetto c’è la ricerca e lo sviluppo delle soluzioni ottimali per ottimizzare l’impiego delle risorse idriche e nutrizionali, in concerto con le specifiche fasi fenologiche della coltura di actinidia, comunemente conosciuta come kiwi.
L’obiettivo principale è quello di migliorare in maniera sostanziale la sostenibilità degli agroecosistemi e di affrontare con determinazione l’emergenza rappresentata da questa sindrome che costituisce una minaccia significativa per la produzione italiana di actinidia, risorsa economica fondamentale.
Un aspetto cruciale di questo progetto è l’adozione di tecnologie innovative, come l’osservazione satellitare. In questo contesto TETHYS assume un ruolo fondamentale, fornendo una visione completa delle condizioni dei campi agricoli e offrendo informazioni tempestive che possono migliorare in maniera significativa la gestione delle risorse.
Risultati delle prime analisi
Le analisi svolte nei primi 4 mesi del 2024 hanno previsto un approfondimento d’indagine per valutare la risposta degli indici vegetazionali e biofisici calcolati a partire dalle immagini satellitari su appezzamenti coperti con una rete antigrandine. A causa dell’aumentare della frequenza degli eventi metereologici estremi, tra i quali le grandinate improvvise, si assiste infatti ad una crescente tendenza alla copertura degli impianti di actinidia.
Appezzamento scoperto VS appezzamento coperto
Sono stati confrontati i valori degli indici NDVI, LAI, FPAR e FCOVER sul periodo 1° marzo 2023 – 31 ottobre 2023 di un appezzamento coperto con rete antigrandine con quelli relativi ad un appezzamento scoperto avente caratteristiche simili e geograficamente prossimo al primo. L’analisi della correlazione degli indici e i test statistici effettuati hanno mostrato come la copertura degli impianti di actinidia non comprometta l’attendibilità degli indici, ad eccezione dell’FCOVER, evidenziando al contempo la necessità di utilizzare appropriati fattori di conversione.
L’importanza del colore delle reti antigrandine
L’analisi è stata successivamente estesa ad uno dei caratteri costruttivi fondamentali delle reti antigrandine, il colore, con lo scopo di individuare quale tonalità risponde meglio alle analisi sullo stato di salute delle piante svolte attraverso il satellite. Dalle prime analisi svolte su appezzamenti localizzati in Basilicata (Rotondella-MT e Policoro-PZ) e Calabria (Polistena-RC) le coperture di colore nero non sembrano produrre alterazioni significative del segnale satellitare e quindi degli indici utilizzati, così come, in seconda battuta, quelle di colore giallo; le coperture di colore bianco impattano invece maggiormente sugli indici analizzati.
Una volta approfonditi ulteriormente questi risultati preliminari, si procederà ad analizzare altri aspetti della tecnica costruttiva delle coperture, nello specifico la tessitura.
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